Corso FAD ECM – Dal consenso informato alle DAT: il consenso della persona assistita si fonda sulla fiducia
- Implementare la conoscenza. Sul tema del consenso informato, sia in ambito clinico, sia nel contesto del dibattito del biodiritto, sia in ambito giuridico, esiste una bibliografia “sconfinata”. In Italia, un recente sviluppo normativo ha costituito un approdo a lungo atteso, con l’emanazione della Legge n.219/2017, legge che ancora chiede una effettiva implementazione, sia nella dimensione della sanità pubblica, sia in termini di valorizzazione della libertà della persona. Questo tema si pone oggi in collegamento anche con la Sicurezza delle cure e della persona assistita (L. 24/2017).
- Favorire comportamenti improntati a ripensamento critico. La funzione del consenso informato è quella di stabilire una alleanza terapeutica, nella quale la competenza del sanitario e del medico incontrano la libertà della persona assistita, con reciproco rispetto; i sanitari devono acquisire familiarità con questa nuova parola chiave, fiducia, che governerà il rapporto con la persona assistita e le persone per lui significative; l’informazione ne diviene lo snodo cruciale, imponendo una diligenza particolarmente qualificata in questo adempimento. Per il professionista, la realizzazione dell’informazione, il rispetto autentico, profondo e sensibile della persona assistita saranno inscindibilmente connessi. I tempi dell’ascolto sono tempi della prestazione sanitaria. La relazione di cura basata sul dialogo costante tra persona ammalata e team multidisciplinare, nel quale i principi di appropriatezza, proporzionalità e consensualità costituiscono i riferimenti ineludibili. Infatti, le azioni conseguenti alle scelte terapeutiche espresse non determinano atti contrari alla legislazione vigente quali la istigazione o la determinazione al suicidio o l’omicidio del consenziente, in quanto le scelte terapeutiche espresse sono processi sanitari per i quali è necessario il consenso informato alle cure.
- Casi oggetto di indagine: vi sono casi “estremi”, aree di intervento nelle quali diviene difficoltoso anche stabilire l’ambito di liceità dell’intervento medico-sanitario; si pensi alla contenzione del paziente, ai trattamenti off-label, al trattamento di fine vita, ed al rifiuto delle cure, anche delle cure palliative; consenso dei minori e scelte in materia di sessualità e salute; salute pubblica e diritti dell’individuo (Vaccinazioni); dalla riflessione critica dei casi storici del diritto italiano (Eluana Englaro, Piergiorgio Welby, DJ Fabo) si offre lo spunto alla lettura dell’evoluzione della sensibilità sociale e di quella normativa in ambito di autodeterminazione della persona. Verranno illustrati esempi volti alla comprensione tratti da esperienze professionali concrete e case-leading da giurisprudenza maggioritaria. La società civile (Cittadinanza attiva), anche attraverso le associazioni dei pazienti e dei loro familiari (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), ci indicano un percorso di valorizzazione dei diritti. Vengono pertanto indicati alcuni punti ritenuti essenziali per favorire una corretta formulazione e applicazione delle scelte terapeutiche in un documento in cui è auspicabile la massima personalizzazione delle volontà.
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